venerdì 15 febbraio 2013

Colloqui di lavoro 2.0


Questa mattina ho avuto un colloquio con [nota azienda del settore delle telecomunicazioni]. Ho dovuto fare 5 diversi test online. 5. 

Il primo sulla personalità. 144 voci da mettere in ordine. A parte che non ho capito la differenza da "mi sento a disagio se devo guidare un team" a "non sono a mio agio nella leadership di un team" e cose simili, impiego mezz'ora e le sistemo. 

Il secondo con 25 domande da rispondere in 12 minuti su un breve caso aziendale. Quote societarie, bilanci, spese, e così via. Non penso di essere arrivato alla fine. Ma penso di aver fatto bene.

Test numero 3. Altri dati aziendali da analizzare, solo che stavolta invece di numeri si trattava di un report da leggere tutto d'un fiato (sempre 12 minuti davano per questa task), per poi rispondere alle domande poste. Che tipo di strategia usa la sezione bla.. bla.. bla..

Qui arriva il bello. Quarto test: una simulazione di lavoro al computer. Dovevo stare davanti ad una casella e-mail e poi rispondere in 15 minuti a [numero random] di e-mail che mi arrivavano. Dovevo sostituire un manager, e quindi dovevo rispondere, inoltrare, inviare tutte le e-mail che arrivavano alla casella postale. A parte il fatto che un manager con una casella di posta così disorganizzata non s'era mai sentito, ma poi che cosa volevano valutare?

Ultimo test: il più classico dei classici. Il test di logica, quello dove devi riconoscere l'intruso, per dire.

Risultato? Un'ora persa a stare dietro a queste minchiate vintage.

Cosa vinco se vinco? Un colloquio personale, con tanto di possibilità di rifare i test davanti a loro per certificare che non abbia copiato.

Gianbellan

lunedì 28 gennaio 2013

Una modesta opinione sul caso MPS

A quelli che fanno confusione sul caso MPS. 

A prescindere dal fatto che gli istituti di credito erogano soldi dei cittadini ai cittadini stessi, a me farebbe piacere che ciò che è stato pagato in tasse venga reintrodotto in circolo per stimolare i servizi la circolazione di liquidità; ma questa è solo una mia opinione personale.

A chi muove critiche al governo per aver stanziato parte del gettito IMU a MPS, ricordo che, a parte il fatto che ormai salvare le banche è sport nazionale di tutti i Paesi imbrigliati dalla crisi (vedi Santander, RBS, AIG, etc.), soldi stanziati a MPS erano già stati previsti dai Tremonti Bond con decreto emanato dal Governo B., al quale si elargivano alla banca circa 4 miliardi di € (la stessa cifra destinata dal Governo Monti) che comunque non costituivano (e non costituiscono) un fondo perduto bensì un ritorno ai cittadini.

E comunque 4 miliardi di € per finanziare un servizio pubblico, a mio parere, suonano molto meglio dei 6 miliardi di € di sprechi della spesa pubblica accertati dalla GdF questa mattina. 6 miliardi di € che includono i videogiochi del Trota, le vacanze di Formigoni (candidato PDL al Senato), le mutandine di IDV Liguria, le feste a tema della Polverini (candidata PDL alla Camera) e gli altri sprechi di un Parlamento VOTATO ED ELETTO dal Popolo Italiano (non un Parlamento Tecnico) costituito da 275 del PDL, 217 del PD, 60 Leghisti, 35 UDC, 29 IDV, 14 Gruppo Misto, 8 MPA e 3 del Partito Minoranze Linguistiche.

Con questa mia opinione non voglio certo giustificare l'operato del Governo Monti (che è giustificabile in se, visto che ha sistemato in 13 mesi un paese messo in ginocchio da 20 anni di Bunga Bunga senza fare sconti e operando in un paese reso statico dalle Istituzioni) ma cerco solo di dare un punto di vista omogeneo sulla faccenda per cercare di fare chiarezza e ridurre la confusione su questa vicenda.

Perché la confusione è la migliore arma che B. ha, visto quello che ha detto ieri, e non voglio che i miei amici e conoscenti si facciano influenzare da questa confusione generale che assomiglia tanto a quella che creava l'Azzeccagarbugli (che parlava in latino a Renzo per sembrare culturalmente superiore e alla fine non risolvere un cavolo) ma preferirei maturassero la loro preferenza attraverso l'informazione.

Che poi io le chiavi dello Stato non le voglio dare ad un 75 enne arrapato e con problemi di calvizie, preferirei darle a chi prima di agire raccoglie informazioni e si confronta, come dovremmo fare tutti prima di prendere una decisione fondamentale come un voto elettorale.

Ma questa è solo la mia opinione personale.

lunedì 14 gennaio 2013

Lettera Semiseria al Paese di Santi, di Poeti e Navigatori


Del paese di santi, poeti e navigatori ci sarebbe tanto da dire.

Così tanto da dire che per descriverne solamente la varietà di colori che lo rappresenta ci impiegheremmo tanto quanto fare la Romea da Mestre a Ravenna quando c’è nebbia.

Eppure questo paese che è l’Italia, che dire, è veramente meraviglioso e pieno di alcun tipo di figura si possa immaginare.

I miei occhi vagavano tra le pagine dei giornali ultimamente, e si sa, durante la campagna elettorale non si parla d’altro che di come un candidato sia inconsistente, di come l’altro approfitta della propria personalità estroversa, di come l’altro ancora abbia un programma valido ma non lo sappia comunicare.

Ma diciamocelo francamente, a nessuno interessa cosa c’è da proporre, mentre a tutti interessa come la cosa ci viene proposta. Un po’ come quando si va al ristorante francese e non si sa che cosa ordinare e ad un certo punto vedi il cameriere portare in sala un piatto ricco e ben presentato, al che dici “Mi porti quello che ha servito al signore laggiù”, e ti ritrovi a mangiare lumache ed una insalatina di rape.

Ma è questo il bello, vero?

Negli ultimi anni noi Italiani abbiamo imparato ad essere più appariscenti, a preferire la forma all’essenza e a farci il mutuo in banca per l’iPhone. A lamentarci se qualcuno ci dice cosa fare, a lamentarci se qualcun altro ci dice come farlo. A lamentarci se qualcuno ci chiama sfigato, a lamentarci se qualcuno ci chiama “choosy” e a lamentarci se qualcuno ci chiede di pagare le tasse, mentre tanti altri si limitavano a sfilarci il portafoglio senza che ce ne accorgessimo.

E mentre noi, offesi, andiamo da mamma Italia a nasconderci sotto le sue vesti, quest’ultima le vesti se le deve togliere, per dare il suo corpo nudo e stanco al ciarlatano di turno, che tanto l’aveva affascinata con promesse di amore e ricchezza, ma che ora le ha intestato le rate del mutuo.

D’altronde, di quel paese di santi, poeti e navigatori che tutti immaginiamo come il paese dei balocchi, non è rimasto praticamente niente. Tutto finisce nel dimenticatoio, finché i riflettori si ripresentano per tirarci in ballo. Ed ecco che tutti si esce fuori, a far caciara e a tentar di gridare più forte di tutti.




Ecco che non ci sono più i Santi, ma ci sono i membri del partito “Unitas Universalis Militantium Ecclesiae J.C.” che ci ricordano come la fede è l’unica via per abbassare il debito pubblico; non ci sono i poeti, bensì il “Movimento dei Poeti d’Azione”, che ci insegna che con la creatività si può rialzare l’economia; non ci sono i navigatori, ma il “Partito Pirata”, che più che fare la rivoluzione si limita a saccheggiare quel che resta della nostra intelligenza.

Ma no, Italiani, non preoccupiamoci. Noi restiamo e resteremo quel paese di santi, poeti e navigatori senza consistenza e che a tanta gente continua ad andare bene. Non prendiamoci quei 10 minuti per cercare di capire, ma corriamo dietro a chi urla più forte.

Dopotutto dopo le elezioni non inizia X-Factor?


Gianbellan

Lisboa

Lisboa
The city which took my heart

Copenhagen

Copenhagen
Lovely capital of Denmark, the city where I use to live