domenica 4 marzo 2012

Fottuto vento, fottuti posti al riparo


Quando pedali per Copenhagen, con la bicicletta scassata, c'è un vento fottuto che ti sbatte da tutte le parti. Ti fa barcollare, ti rende difficile pedalare. Senti che vorresti scendere dalla bici e proseguire a piedi, da quanto difficile diventa continuare con la bici. 

Alle volte, il fottutissimo vento ti arriva in faccia quando c'è qualcosa di bello, di cui fare esperienza da vedere. Nei punti più belli della città, sui laghi, sui vecchi palazzi, posti in cui ti vorresti girare, dare un'occhiata, scoprire a fondo. Ma che per un modo o nell'altro, per colpa di questo fottutissimo vento non riesci a fare.


Ci sono poi quelle vie che ti riparano dal vento. Quelle stradine che imbocchi per caso, di cui non ricordi la storia, non ricordi la particolarità, ma loro sono lì e ti riparano dal vento, fanno in modo che tu riprenda il fiato, ricominci a pedalare, e ti prepari ad affrontare quello che sarà il prossimo colpo di vento.

Eppure quei muri sono lì da sempre o da tempo immemore. Loro se ne stanno lì a farsi i cazzi degli altri e nessuno li considera. Magari ci fa la pipì in qualche angolo. Ma loro sono lì, non si muovono, hanno visto più di altri e non si interessano di loro stessi. Si preoccupano di chi cerca riparo.

Sono quelli di cui ci possiamo fidare, quei passaggi nascosti che trasudano di coppiette passate a baciarsi, nonne che portavano a casa il pane, scolaresche a passeggio, e che ci regalano momenti di felicità, al riparo da tutto e da tutti, in pace con noi stessi.

Leggevo, citando @twittopolis, che "mentre cerchiamo il partner perfetto, spesso, tralasciamo le persone con le quali potremmo trascorrere una vita felice". 

E la vita a Copenhagen riflette questo. Cerchiamo di fermarci a godere del panorama perfetto e veniamo colpiti dal vento, che ci distrae e ci fa perdere molto spesso l'equilibrio, mentre non diamo importanza a quei posti che nessuno conosce ma che ci proteggono dal vento e ci danno sicurezza, ci fanno felici e più rilassati.

E dai quali angoli possiamo godere di un panorama anche migliore.

giovedì 1 marzo 2012

Attento Al Lupo

Rieccomi dopo due settimane di astinenza da questa scrittura sgraziata e che funziona perfettamente da sfogo. Le mie (dis)avventure le potete seguire comodamente su Twitter. 

Febbraio per me è sempre stato un mese di profonde emozioni, sia belle che brutte. Un mese che a volte non dice niente, e non si fa notare nemmeno quando è bisestile. L'anno scorso era la crisi post Erasmus, che mi ha fatto passare un mese a rimbecillirmi di foto e video sui 6 mesi trascorsi a Lisbona, quest'anno un febbraio partito bene, piano piano, sottovoce, e finito in un vortice di deliri soggettivi e svolte demenziali che bene o male segnano il mio imperturbabile percorso verso la maturità.

Vivendo, viaggiando, imparando a conoscere diverse culture capisci come sono le persone e fai tesoro di quel bagaglio che i viaggiatori si vantano di aver accumulato.

CAZZATE.

Dalle persone si impara solo una cosa. Che le persone non cambiano. Ad esempio. Io sono uno stronzo. L'ho sempre detto, me l'han sempre detto. L'ho dimostrato. Eppure c'è chi crede che sotto sotto ci sia un tenerone. Si, c'è. Ma non aspettatevi che venga fuori immediatamente, sennò il bello dov'è?

E mi sono trovato a scappare diverse volte. Prima dall'Italia. Poi dal Portogallo. Poi nuovamente dall'Italia. E perchè, improvvisamente, dopo un periodo di tranquillità (?) a Copenhagen, sento il bisogno di cambiare di nuovo vita?

Ma perchè è sempre il momento buono per cambiare (citando gli Smiths). Non solo per scappare dai problemi. Anche per abbracciarli, farli tuoi, affrontarli e riuscire vincitore. In questo periodo della mia vita non sono mai stato più focalizzato su quello che voglio. Con tutti i pensieri che ho in testa (credetemi, son pesanti) pensavo di fallire facilmente il colloquio che avevo stamattina, invece ho fatto ancora meglio della prima intervista, e ho buone chance di passare. Almeno ho dato prova a me stesso di saper eccellere sotto pressione.

E se per ottenere quello che voglio devo cambiare vita, cambiare compagnia, cambiare quartiere, ben venga. Perché è pur sempre quello che voglio, e grazie a questo stato di grazia che rafforza la mia corazza, come direbbero ancora una volta gli Smiths "era da tanto tempo che non sognavo". Per cui, per una volta nella mia vita è tempo che mi prenda quello che mi spetta.

Devo solo stare "attento al lupo" (Ciao Lucio)

Vi Ses

Gianbellan

Lisboa

Lisboa
The city which took my heart

Copenhagen

Copenhagen
Lovely capital of Denmark, the city where I use to live