giovedì 16 febbraio 2012

Cadute e Risalite che diventano Routine.


La Belen Rodriguez si veste come Borat. Ovviamente non dispiace a nessuno, ma a questo punto, Italiani, chiedetevi se ne valga la pena di continuare pagare il Canone RAI, o se si farebbe mica prima a comprarsi l'account su YouPorn.

Oggi il mio livello di stanchezza si riflette tutto sull'acidità che sale, e che va a sbatterti in faccia, come quando fermi una porta girevole e quello dietro ci lascia naso e denti. Forse ha ragione chi dice che a volte bisognerebbe lasciare le palle girare per bene, in modo che l'effetto elica scateni un uragano e si porti via tutto quello che ti da fastidio. 


In queste giornate uggiose la temperatura è tornata a salire, e dai livelli ampiamente sotto zero dell'ultima settimana l'inverno sembra farsi strada verso la fine. Ovviamente per caldo intendo 3 gradi, ma qui ci si deve accontentare anche di questo, dopotutto è un miglioramento.

Miglioramenti che vanno e vengono e scuotono la tua giornata, facendoti passare da livelli paradisiaci di estasi a momenti in cui puoi solo scuotere le spalle e chiederti dove hai sbagliato. 
Alti e bassi, come quelli dell'Inter. Vincere ininterrottamente per poi fermarti di colpo, capire che sei vulnerabile e bloccarti. Come la rosea prospettiva sull'Europa portata da Monti, subito ricacciata ad essere più color rosso grazie alla situazione disperata della Grecia. Un blocco seguito da una caduta in picchiata.

Ma che può essere allo stesso tempo base per una risalita, per una ripartenza. Fermarsi di colpo, pensare, mettere il cervello al lavoro, e trovare il modo di risalire.
La vita funziona come la variazione dello spread. Sale. Scende. Sale un po' meno. Scende troppo. Risale di botto. Nessuno può prevedere quello che succederà domani. Ma possiamo vedere troppo bene quello che succede oggi, e basare il nostro futuro su questo.



Basare il futuro su quello che succede oggi? Di solito gli economisti fanno così, ed è forse per questo che stiamo così tanto inguaiati che neanche la mamma della Perpetua sa. Il passato è sempre qualcosa che ci condiziona, ma che possiamo benissimo lasciarci indietro. Lo porteremo sempre con noi. Nel nostro bagaglio.

E pian piano accantoneremo tutti i nostri i bagagli vicino al muro, e perchè no, ci costruiamo una scala. Una valigia vicina all'altra, ognuna con i nostri ricordi, le persone passate, le esperienze, che ti aiutano ad arrivare sempre più vicino al tuo obiettivo. Che di certo non puoi preimpostare. Ma che di certo puoi incontrare durante la scalata.

Questo per dire tutto e non dire niente. Dalla Danimarca tutto ok, la vita continua tra studio matto, lavoro duro, la gente che pattina sui laghi porta allegria. Sono finalmente arrivati i risultati dell'IQ test per la Maersk e a quanto pare ho fatto bene visto che mi hanno chiamato per un altro colloquio in un altro dipartimento stavolta! E domani ho un'intervista per un'associazione di consulting presso la Business School. Insomma mi tengo impegnato per non pensare troppo. 

Pensare a tante di quelle cose che fanno schizzare il mio umore come i prezzi della benzina. E ricominciare il discorso sul sali-scendi che ormai sta diventando routine giornaliera.

sabato 11 febbraio 2012

Nevica fuori, Brucia dentro

Un po' di tempo per cercare un piccolo spazio di giornata solo per me. Il tempo. E' tutto quello che ci serve a volte, per recuperare dalle delusioni d'amore, per far cuocere una pasta, per arrivare in fondo ad un traguardo. E alle volte quel bastardo si mette contro di noi, facendoci correre più del previsto, mettendoci di fronte ad ostacoli da scavalcare per non perdere il tram alla fermata.

La fitta nevicata che ha avvolto di bianco l'Europa c'ha raffreddato, e ci ha fatti barricare in casa, vicini al termosifone, con giornate a base di tisane bollenti e coperte riscaldate, ad aspettare che la tormenta finisse. Chi preoccupato per chi era fuori al freddo a lavorare per noi, chi preoccupato per la propria sorte, visto che a Roma "nevica ogni morte di Papa". Tuttavia stare davanti alla finestra c'ha fatto pensare a tutti, c'ha fatto evadere, facendoci confondere con gli stessi fiocchi di neve che si posavano sull'asfalto.

Io mi trovavo in giro, quando tutto è iniziato. Uscito da un bar, la neve cadeva, scendeva inesorabilmente, e non so con quali parole descrivere quel momento, ma mi sentivo felice. Felice per qualcosa che finalmente era arrivato, e che stavamo aspettando da tempo. La neve non solo crea disagi, ma lascia quel misto di buonumore e assuefazione che riesce a perdurare nel tempo. 

Ancora il tempo, questo figlio di puttana, si sveglia un sabato e ti mette un cronometro davanti. E tu sai che devi correre per non perdere il tram, e arrivare in ritardo all'appuntamento che è la vita. Il tempo che si porta via le cose, si porta via i tuoi cari, ma che non potrà mai prendersi ciò che sei, ciò che vuoi essere, e ciò per cui credi fermamente valga la pena di lottare. Anche se per farlo sei costretto a brancolare nel buio.


E ci si ritrova davanti ai laghi, a fissare quella distesa bianca dove qualche giorno prima nuotavano i cigni. La tormenta è finita, il vento freddo e il gelo hanno lasciato il segno, ma ciò che ha portato la neve non se n'è andato, brucia forte dentro, e l'unica cosa da fare è cercare la ragione per cui ancora ti scalda il cuore fino all'ustione.

In mezzo a tutta quella neve ci siamo noi, bisogna solo trovare il nostro fiocco, e vedere a cosa è rimasto impigliato, per capire dove cercare la ragione per cui dobbiamo lottare.


Ragione per cui non mollare.

Ragione per cui siamo anche pronti a tirarci indietro.

Ragione per la quale ci dimostriamo uomini.


Queste riflessioni che la neve porta, mi fanno assomigliare a Fabio Volo, quindi se voi adesso volete andarvi a tagliare le vene posso capirvi benissimo. Ma ogni tanto fa bene un attimo di pausa per pensare a queste cose, ci da l'occasione per vedere dove siamo arrivati, e vedere quanto possiamo ancora migliorare.

Dalla ridente Copenhagen,



Vi ses.

Gianbellan

Lisboa

Lisboa
The city which took my heart

Copenhagen

Copenhagen
Lovely capital of Denmark, the city where I use to live