sabato 11 febbraio 2012

Nevica fuori, Brucia dentro

Un po' di tempo per cercare un piccolo spazio di giornata solo per me. Il tempo. E' tutto quello che ci serve a volte, per recuperare dalle delusioni d'amore, per far cuocere una pasta, per arrivare in fondo ad un traguardo. E alle volte quel bastardo si mette contro di noi, facendoci correre più del previsto, mettendoci di fronte ad ostacoli da scavalcare per non perdere il tram alla fermata.

La fitta nevicata che ha avvolto di bianco l'Europa c'ha raffreddato, e ci ha fatti barricare in casa, vicini al termosifone, con giornate a base di tisane bollenti e coperte riscaldate, ad aspettare che la tormenta finisse. Chi preoccupato per chi era fuori al freddo a lavorare per noi, chi preoccupato per la propria sorte, visto che a Roma "nevica ogni morte di Papa". Tuttavia stare davanti alla finestra c'ha fatto pensare a tutti, c'ha fatto evadere, facendoci confondere con gli stessi fiocchi di neve che si posavano sull'asfalto.

Io mi trovavo in giro, quando tutto è iniziato. Uscito da un bar, la neve cadeva, scendeva inesorabilmente, e non so con quali parole descrivere quel momento, ma mi sentivo felice. Felice per qualcosa che finalmente era arrivato, e che stavamo aspettando da tempo. La neve non solo crea disagi, ma lascia quel misto di buonumore e assuefazione che riesce a perdurare nel tempo. 

Ancora il tempo, questo figlio di puttana, si sveglia un sabato e ti mette un cronometro davanti. E tu sai che devi correre per non perdere il tram, e arrivare in ritardo all'appuntamento che è la vita. Il tempo che si porta via le cose, si porta via i tuoi cari, ma che non potrà mai prendersi ciò che sei, ciò che vuoi essere, e ciò per cui credi fermamente valga la pena di lottare. Anche se per farlo sei costretto a brancolare nel buio.


E ci si ritrova davanti ai laghi, a fissare quella distesa bianca dove qualche giorno prima nuotavano i cigni. La tormenta è finita, il vento freddo e il gelo hanno lasciato il segno, ma ciò che ha portato la neve non se n'è andato, brucia forte dentro, e l'unica cosa da fare è cercare la ragione per cui ancora ti scalda il cuore fino all'ustione.

In mezzo a tutta quella neve ci siamo noi, bisogna solo trovare il nostro fiocco, e vedere a cosa è rimasto impigliato, per capire dove cercare la ragione per cui dobbiamo lottare.


Ragione per cui non mollare.

Ragione per cui siamo anche pronti a tirarci indietro.

Ragione per la quale ci dimostriamo uomini.


Queste riflessioni che la neve porta, mi fanno assomigliare a Fabio Volo, quindi se voi adesso volete andarvi a tagliare le vene posso capirvi benissimo. Ma ogni tanto fa bene un attimo di pausa per pensare a queste cose, ci da l'occasione per vedere dove siamo arrivati, e vedere quanto possiamo ancora migliorare.

Dalla ridente Copenhagen,



Vi ses.

Gianbellan

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Lisboa

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Copenhagen

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