sabato 5 maggio 2012

Oggi mi sento Charlie Brown

“Good ol’ Charlie Brown” is the lovable loser in the zig-zag t-shirt—the kid who never gives up (even though he almost never wins). He manages the world’s worst baseball team…yet shows up for every game. He can’t muster the courage to talk to the Little Red-Haired girl…yet keeps hoping. Even though he gets grief from his friends, his kite-eating tree, even his own dog, Charlie Brown remains the stalwart Hero. (cit. Charles Schultz)

Oggi mi sento proprio come Charlie Brown. Un Amabile Sfigato. 

A parte il fatto di riuscire a parlare con le ragazze. Quello mi riesce bene. Sarà perché ho la lingua lunga, non riesco a tacere, sono cattivo e acido, o sarà perché ho già trovato la mia "Little Red-Haired girl" (nel mio caso Blond-Haired).

Partiamo dunque con la mia giornata sfigata di oggi.

1. ore 11.30 - Prendo la bici, faccio un metro, e cade la catena.
2. ore 12.03 - Dovendo essere ad un meeting pre-partita alle 12 accelero, ma a metà strada cade la catena.
3. ore 12.20 - Arrivo al meeting, discussione persa per lavarmi il grasso della catena dalle mani, riscaldamento, e inizia la partita.
4. ore 14.13 - 13 minuti ho giocato. Una scarpa rotta. Un ginocchio in faccia. Una spalla distrutta. Sostituito
5. ore 16.45 - Spendo i rimanenti 67 minuti a guardare. Odio. Almeno abbiamo vinto.
6. ore 17.20 - Torno a casa, e scopro che pure la Rugby Rovigo è stata eliminata all'ultimo minuto di recupero.
7. ore 18.30 - Mi preparo per un barbecue. Spalla dolorante. Non riesco ad usare un braccio, mi sporco di Nutella. Cambio maglia.
8. ore 19.00 - Esco, trovo la bici con il copertone bucato. Bene.
9. ore 19.05 - Vado a prendere l'autobus. A metà strada la spalla mi fa ancora troppo male. Scendo. Vado all'ospedale.
10. ore 21.10 - Una settimana di riposo completo. Torno a casa, convinto che ci sia il Derby. Invece c'è Roma-Catania.



Certe giornate come queste vorresti non succedessero mai. Ma capitano. Shit happens. Ma è questo che riesco sempre ad apprezzare di me. Il fatto che si continua ad andare avanti, a testa alta. Perché mi farebbe più male fermarmi, ed essere travolto dai fatti.

Preferisco farne parte.

Non voglio cadere in un universo fatto di "what if..."

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Lisboa

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Copenhagen

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