mercoledì 13 giugno 2012

Funghetti Allucinogeni

Mi trovavo a pescare un biscotto danese dal mio caffellatte mentre guardavo Olanda - Germania (non chiedetemi come la mia cena potesse essere a base di biscotti burrosi e caffellatte) quando sono stato suggestionato. Forse il burro, forse qualcosa nello zucchero, non lo so, ho iniziato a pensare e ad elaborare nuove teorie. Molte persone riconoscono in questo un fatto chiamato "trip mentale" o "allucinazione da funghi", ma io, in tutto questo pensare, c'ho trovato qualcosa di vagamente affascinante.

Tra queste teorie la migliore selezionata da me (e da una giuria di esperti) è stata quella di accoppiare animali di specie diverse, per creare nuovi fenotipi assimilabili a quelli dei Pokemon. Poi ho dovuto abbandonare questo progetto perché il cane della coinquilina greca non ci stava ad accoppiarsi con una tartaruga ritagliata dalla carta del giornale. Per cui sono finito a pensare al senso della vita. Classico, no?

Che senso ha la vita non ha neanche gusto il chiederselo, visto che ruoteremmo intorno ad argomenti e temi tuttora irrisolti da millemila anni, al massimo ci si può fermare, fare un respiro profondo e chiedersi che senso ha la propria vita. Molto spesso infatti ci si preoccupa della vita degli altri, di piacere agli altri, di non offendere gli altri, ma mai si presta abbastanza attenzione a quello che si vuole per se stessi.


Sarò pieno di me stesso, ma nella vita più volte ho deciso di prendere una strada che fosse mia, e non condivisa dalla "ratio" della comodità. Per "ratio" della comodità intendo quel fatto per cui le persone scelgono molto spesso la decisione più abbordabile invece di ricercare la migliore, quella che si desidera di più. Non dico che non mi piacerebbe trovarmi in una posizione di comodo, ma dico solo che la vita è troppo breve per accomodarsi e guardare il resto passarci davanti. Per quello che a volte si deve agire d'impulso.


Come quando ho deciso di studiare Economia. 

"Economia è sinonimo di mediocrità. Anni di studio approssimativo per sfornare milioni di cassieri di banca che si differenziano da quelli del supermercato solo perché non portano il grembiule. Lo studente di economia è il meno dotato in assoluto, non ha interessi se non organizzare aperitivi e aperitivi e aperitivi. Non spiegandosi nemmeno lui come sia in grado di passare gli esami, si sente vestito di un ruolo importante quando al bar si parla della crisi economica o di altre puttanate simili. In questo contesto prende la parola spiegando agli astanti che lo spread è un titolo azionario e che il debito pubblico italiano è colpa dei comunisti. Finirà in banca e sarà rispettato da tutte le mamme del mondo, che non si stancheranno mai di ripetere ai propri figli «Hai visto Giorgio? Che l’era un ignorante e con economia le finìo in banca? Altro che ti e la to fisica teorica!» (cit.)


Ho trovato questo trafiletto sfogliando il web, e ancora una volta mi sono stupito di come gli stereotipi ci minimizzino. Perchè dovrebbero fare da filo conduttore e invece ne tritano il concetto, ne sottolineano il più piccolo dettaglio e lo trasformano nella peggior etichetta che tu possa avere. 

Perchè alla fine tutto si riduce ad un'etichetta. Tu e lei siete fidanzati, Voi due siete sposati, l'altro ha una relazione complicata con l'altroancora e così via. E la gente non ha capito niente di te se quello che le importa è l'etichetta che compare sulla tua fronte, quando pensi di voler dimostrare chi sei, mentre ci si attende che tu dimostri quello che vogliono vedere loro. 

Quando dovresti fare ciò che ti senti di fare.



Quando dovrebbero essere le emozioni a parlare.



E non i funghetti allucinogeni.



Gianbellan

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