sabato 21 aprile 2012

Riflessioni su un Soggiorno all'estero Mai iniziato

Non vi ho mai parlato della mia vita a Copenhagen, degli amici con cui esco, delle persone che frequento, di come trascorro i weekend nella capitale Danese. E mi sento in colpa per questo.

Ma vedete, cari lettori, non lo faccio apposta. La verità è che tutta questa strada ti fa crescere interiormente in maniera così profonda che molto spesso si tende a tralasciare quello che c'è attorno, ma ti accorgi poi che sono le persone che hai vicino, che rendono il tutto speciale.

Io per esempio ero un sedentario. Da piccolino non avrei mai voluto lasciare il paesello, bensì avrei voluto fare l'archeologo (ero convinto ci fosse l'Università al paesello), poi il veterinario, l'astronauta, il lattaio, aprire un'edicola solo per avere gli sconti sul Topolino, diventare un pescatore e infine un ingegnere aerospaziale. 

Una volta arrivato a Padova mi sono abituato così bene allo stile di vita cittadino che mai me ne sarei andato da lì. Le lezioni, le passeggiate, i mercoledì universitari, l'animazione in centro, ma sopratutto gli amici mi facevano sentire a casa, sentivo che il legame con la città diventava solido. Poi Milano, prima nei week-end, poi d'estate, ed infine Lisbona.

Meravigliosa la capitale Portoghese, niente da dire, una delle città più belle in cui trascorrere una vita tranquilla di giorno e movimentata fino all'eccesso di notte. La città in cui non è un lusso chiamare un taxi o comprare una bottiglia di Don Perignon in discoteca, la città che non dorme mai, che ti ospita sotto le sue stelle, la città dove il Cristo Rei ti guarda, ti abbraccia e se può ti chiede un goccio di Mojito.

E se non fossi mai venuto a Copenhagen? Se avessi deciso di restare al paesello dopo essermi preso il pezzo di carta dell'Università? Se fossi rimasto ipnotizzato da Lisbona, se avessi deciso di tornare a Padova o ancora se avessi aperto quell'edicola per poter avere gli sconti sul Topolino?

Probabilmente avrei fatto altre esperienze, avrei incontrato altre persone, diverse o uguali nel carattere, avrei trovato altro ad aspettarmi. Ma niente sarebbe stato certo.

La sola certezza è che avrei perso ciò che mi ha portato Copenhagen. Non solo tanto freddo, ma soprattutto tante avventure, tante conversazioni, tante amicizie, ma soprattutto un cambio profondo. 

Non avrei mai conosciuto quel personaggio che è il Fra, da cervello in fuga dall'Italia a cervello in fuga dalla Danimarca, convinto sostenitore della Apple che ha deciso, a quanto pare, di tornare a casa di mammà una volta finito il Master qui.

Non avrei incontrato Attila, l'ungherese pazzo, che oltre ad essersi dimostrato un grande amico (mi ha trovato casa tramite la ragazza che frequentava, la mia attuale coinquilina greca) si sta dimostrando un grande festaiolo e sempre più pervertito.

Non avrei mai passato minuti al telefono cercando di capire dove fosse finito Martino, il mio amico svedese, che a causa di alti concentrati alcolici ogni tanto si perde nei sobborghi di Copenhagen, ed impiega ore prima di arrivare a casa. Una volta siamo quasi finiti in una quasi rissa assieme, un'altra siamo andati a sbattere con la bici addosso una macchina parcheggiata. Cicatrici fisiche, quelle, altroché.


Poi tanti altri studenti provenienti da tutta Europa, come il vecchio islandese Gudjon che ha lo spirito di un bambino, i tanti Norvegesi, i Danesi che ho conosciuto nella squadra di rugby, la mia coinquilina greca e il suo cagnolino.
Tante persone che mi hanno lasciato un segno dentro.

E poi i tanti Italiani qui in Danimarca, Andre in primis, e Alessiya, che un po' ricorda Barbara D'Urso, sarà per via di quell'accento romano, o sarà perché abusa di Uomini&Donne, Pomeriggio5 e simili, ma che avendo vissuto qui per 4 anni mi è sempre stata vicina. 

Ma soprattutto Fintabionda, perché nella vita non sai mai cosa aspettarti, ma ti auguri sempre di incrociare un sorriso come il suo; uno di quelli potenti, che ti raddrizza la giornata.

Ecco come una scelta di vita, presa quando sei ubriaco ("ghahaghgggg, vado a Copenhagen, basta!" semi citazione) ti cambia le carte in tavola. Non è solo il freddo che ti porta questi pensieri, ma la vita. Questa maledetta che ti scombussola ogni 3x2 manco fosse un'offerta del supermercato.

E potrei stare qui tutto il giorno, come in un fumetto della Marvel, a chiedermi "cosa sarebbe successo se.." e scoprire che sicuramente non avrei scritto questo post, non avrei fatto tante cose, non avrei mai provato il caffè danese (non provatelo eh), non avrei mai visto la statua della Sirenetta, mai scoperto come la lingua danese possa esistere ancora nonostante tutto, ma soprattutto scoprirei che adesso mi sarei sentito incompleto.

Come questo cerbiatto, non conoscerei che cosa mi aspetti dietro l'albero.

2 commenti:

  1. io volevo fare la suora di giorno e di sera la ballerina. da piccola certe cose non le capisci. chiedevi alla mamma cosa saresti diventata, o meglio ancora, la fatidica frase "cosa farò da grande". lei ti rispondeva che la vita è quella cosa che succede mentre sei impegnata a fare altri piani. perchè è così. tu pianifichi dove andare, cosa fare, chi incontrare. e poi quella maledetta, complice del suo amico destino, cosa fa? ti mette tutto in distordine, ti svuota i cassetti e li riempie di emozioni, sorrisi, pianti, paure. tutti insieme. che ti colpiscono improvvisamente come la pioggia danese quando esci in bicicletta.

    forse devo smetterla di interrogarmi sul perchè delle cose. forse devo semplicemente vivere e vedere come andrà a finire. perchè tanto, il mio cassetto è sempre in disordine.

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    1. Sembra tu conosca bene la pioggia danese quando si va in giro con la bicicletta. ;)

      Forse è proprio così che bisogna fare, vedere come andrà, seguire il corso delle cose, dal momento che non possiamo prevederle. Chissà cosa sarebbe successo se un tassello fosse stato mosso verso sinistra, invece di muoverlo verso destra. E' il cosiddetto effetto farfalla. Non ci possiamo fare nulla.

      La vita in fondo è un'avventura. E' questa. E dobbiamo solo goderne ogni attimo. E crescendo, continuando a vivere al massimo, vedrai che troverai i tasselli per mettere il tuo cassetto in ordine.

      :)

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Copenhagen

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